L’uomo nero


“Artefici di opere magnifiche che tingono il mondo con maestosità.
Meccanismi elaborati partoriti da menti brillanti che vomitano nell’oscurità orrore compresso.
Spicchi di realtà racchiusi in contesti assurdi che solo pochi osservano con l’intenzione di vedere e cambiare.
Schemi ben precisi e visibili delineano un futuro contestabile ma che si accetta con il senno del poi e la frenesia del subito.
Essenza di attimi passati che nessuno ricorderà per assenza momentanea degli stessi nel momento stesso che lo vivono. Pensieri disconnessi e realtà irreali, tingono l’ombra di colui che occupa lo spazio concesso.
Consumatore di speranze altrui, occupa l’ombra nella falsità di un volto che esprime finzione.
Vittima di se stesso esprime idiozia, certo di una realtà assurda che chiama vita.”

Tratto da Apocalypto

di Massimiliano Cerrone

Pantaloni si pantaloni no…


Sapete di tanto in tanto mi piace navigare questo mondo, questo spazio ormai reso virtuale sotto diverse spoglie. Tanto per vedere cosa riportare altrove….

Mi chiedevo quale potesse essere la convenienza nel percorrere un’esistenza con un dito infilato su per il culo. Considerando che l’Italia ha sempre prodotto ottimi abiti e messo sempre un sacco di tasche ovunque, mi chiedevo quale fosse la convenienza di portarlo altrove….il dito?

Come disse un altro grande fesso che credeva in qualcosa, “Datemi una leva che vi solleverò il mondo”.

La leva signori, la leva, questo semplice attrezzo che può sollevare montagne e anche persone. Sii perché miei cari signori in questo caso la leva è proprio questo dito.Questo dito che portiamo sempre con noi e con cui ci fanno girare come trottole. Ci comandano e vincolano con le loro scelte le nostre vite. Con questo dito vi dicono quando ridere e quando non ridere, vi dicono quando dovete chinare il capo e quando dovete farlo due volte, vi dicono cosa pensare, cosa dire e cosa fare.

Ma questo è un dito magico? E’ un dito portante con il quale vi controllano.

Signori ma quando decidete di non farmi prendere più per il sedere e di decidere una buona volta di mandare a casa tutti questi politici del cazzo, ladri e truffatori.

Quando decidete di pensare con le Vostre teste, perché sappiate che anche coloro che pensano di farlo non sempre lo fanno, perché fanno parte di un’allucinazione collettiva!!!!!

Che lo sforzo sia sempre con Voi. In alto il dito della vittoria e siate fieri di essere Italiani controllati.

Ave Cesare

Sempre Massimiliano Cerrone

Le Ali


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Le Ali: 160 Pagine inedite attraverso un fantasioso romanzo.
Il racconto, la storia, la paura, la solitudine, la ricerca di se stesso e della verità.

Introduzione

Prodotto di un procedimento a noi superiore, siamo tutti frammenti, schegge dalle proporzioni microscopiche in un mondo macroscopico, infinito. In questo mondo infinito, in continua espansione, niente è fine e niente è inizio. Come un tunnel che nessuno ha mai costruito, quella che potrebbe essere la fine, può essere anche l’inizio, quello che conta è come lo si percorre. Così la vita come la morte seguono lo stesso percorso, quello che cambia è solo il punto di vista. Nell’ignoranza di ciò che non capiamo, abbiamo creato i miti, sui miti abbiamo costruito nazioni e sulle nazioni abbiamo creato leggende. Infinite storie, hanno colorato piccole schegge, che si sono unite ad altre formando frammenti sempre più grandi. Come i pezzi di un puzzle dalle proporzioni cosmiche, il disegno finale ci è sconosciuto. Colori come il bianco e il nero hanno e continuano a tingere questi frammenti, bene e male, hanno preso possesso di spazi in cui annidare.

Il messaggio nella bottiglia non è altro che l’ultimo frammento che attraversa il tempo portando con se, per chi lo leggerà, il verdetto finale, l’appello finale. Se dobbiamo essere gli artefici della nostra fine, facciamolo almeno con la consapevolezza del giudizio e con la coscienza del bianco e del nero. Tutto quello che fu scritto, non deve essere, non può essere, solo un buon inizio, ma un giusto cammino. Oggi, purtroppo abbiamo perso il giusto percorso e colori meno vivaci continuano a tingere i frammenti.

Perché inviare un messaggio di pace nello spazio se non riusciamo a recepirlo sulla terra?

Se vogliamo invece, essere gli artefici della nostra fine, lasceremo che il nero ricopra indisturbato ogni cosa e il solo messaggio che tramanderemo, sarà quello della nostra fine nella piena ignoranza, senza aver saputo dare il giusto valore al senso della vita, al perché esistiamo. Cercare di migliorare è un diritto, un dovere che è intrinseco alla nostra natura, ma farlo sulle sofferenze altrui è un diritto che non ci spetta. Perché cerchiamo altre forme di vita, se siamo consapevoli che il nostro agire non può che essere visto e giudicato come dannoso e controproducente? Non dovremmo temere di “non trovare nessuno” la fuori, dovremmo invece temere il contrario, poiché potremmo essere giudicati per le nostre azioni.

In un mondo dove la libertà è diventata merce di scambio, in un mondo dove la giustizia e uguaglianza sono effimere chimere, dovremmo temere il giudizio e non cercarlo a tutti i costi.

In un mondo dove l’armonia è la chiave della vita, abbiamo scelto di suonare le note sbagliate. In un mondo dove tutto ha un senso, facciamo cose che non lo hanno. In un mondo, dove tutto o quasi ci è concesso, abbiamo scelto l’autodistruzione e la solitudine.

Le Ali…In un mondo dove tutto ha un senso.

Buona Lettura.

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Massimiliano Cerrone

… S.O.S. Eroe cercasi !!!!

In evidenza


Tratto da BuerCaim di Massimiliano Cerrone

Tra alti e bassi, tra brutto ed inverosimile, la trama più intrigante di tutti i tempi volge al suo seguito. Coinvolti dai miti delle grandi produzioni digitali e dalle idee e speranze in esse racchiuse, continuiamo ad immaginare che il bianco vinca sempre sul nero e che l’atto umano, ormai perduto, possa ancora suscitare stupore. Lacrime digitali per sentimenti digitali. Lacrime non tanto per quello che suscitano, ma perchè sottolineano cosa stiamo perdendo o cosa abbiamo già perso. Lacrime alla memoria di un possibile che ostentiamo digitalmente, ma non facciamo nulla per renderlo reale. Che tutto faccia parte di un disegno già prescritto? Nel percorso dell’evoluzione, siamo destinati alla distruzione? Non posso che non ridere, il solo pensarlo è assurdo e totalmente privo di logica. Il controsenso, oserei dire colossale è più che evidente. Usiamo l’ingegno per creare oggetti sempre più perfetti ed innovativi, ma nonostante tutto non riusciamo a dare al materiale la giusta importanza. Non riusciamo o non vogliamo mettere la vita in primo posto e quando lo facciamo è sempre per un doppio fine che porta al potere personale. Viviamo nel controsenso una vita sempre più artefatta e mediocre, scarna, fredda, alternata ad una, che di tanto in tanto tingiamo con sprazzi d’amore. Piccole scene, piccoli castelli umanitari, le cui fondamenta, il più delle volte inesistenti o fatiscenti servono solo come copertura. Il presupposto del giusto, sono le fondamenta sul quale costruiamo un palazzo di contraddizioni e atrocità. Può sembrare una visione pessimistica del presente, ma non è così, anzi, direi che rappresenta un buon inizio per ammettere ed accettare qual’è il vero problema, ovvero, il potere. I soldi sono solo l’unico punto su cui fare leva, ma il fine resta l’idea del potere. Nella nostra divina perfezione, abbiamo un punto debole, un tallone d’Achille. Ci proponiamo con la scusa dei buoni propositi perchè sappiamo che verranno risolti con metodi controllati. Il fine, la speculazione, resta il fine supremo e nulla è più importante della meta finale, il guadagno. Se non rende non lo si fa, se rende lo si fa, se fa male ma rende, beh possiamo sempre dire che non lo sapevamo. Non è pessimismo pensare che il problema risiede nella struttura stessa di come le cose vengono condotte. La forma di pensiero che costruisce l’idea, nel vero senso della parola che è sbagliata, corrotta, contorta, falsa. Mille persone in questo modo riescono, non ha comandare su gli altri, ma ha comandare sul sistema che favorisce prettamente il loro interesse, camuffando il tutto, come normale procedimento nel nome del paese. In tutta questa melma, non è strano che sempre più persone, utilizzando i mezzi a loro disposizione, inventano, un mondo alternativo, un mondo in perenne sviluppo, con quelle cose che ogni giorno ci vengono a mancare nel mondo reale. L’idea stessa dell’eroe è cambiata. Oggi dell’eroe non apprezziamo l’eroe per quello che rappresenta ma, per i poteri che ha. Poteri che lo rendono unico, forte di dire no, questo no. Oggi quello che secondo il mio avviso amiamo in un super eroe è fino a che punto può spingersi per imporre il suo volere. Ovviamente sempre nella corretta visuale comune del bene. Tutto questo per dire semplicemente, che ognuno di noi, fondamentalmente sa cosa è bene e cosa non lo è. Ognuno di noi, suo malgrado, porta dentro di se la verità, la chiara padronanza di poter scindere il bene dal male. Tutto quello che facciamo è comandato dal nostro cervello; tutto quello che facciamo e nel modo in cui lo facciamo, è il risultato di un procedimento che noi stessi abbiamo elaborato e infine messo in pratica. Sappiamo istintivamente se, rispetto a quello che ci circonda stiamo o no facendo una cosa sbagliata. Il male?… Il male è un’invenzione per poter giustificare le cose che si fanno coscientemente sbagliate. E’ una pezza, il jolly, la testa di legno. La presenza del male permette di giustificare una guerra. Se poi la guerra non c’è, allora si creano i presupposti per poterla innescare, urlando al male. Chiaramente, poi a farla sono gli altri, così come a subirne le conseguenze e chi l’ha creata ne percepisce i guadagni, nel nome del bene ovviamente. Il male infatti, guarda caso, appare la dove, solo ed esclusivamente esistono i presupposti economici per scatenare caos e guerre. Perché il male non si manifesta non so, su un isola deserta priva di qualsiasi risorsa? Perché il male invece guarda caso si manifesta la dove esiste non so, un miniera di diamanti? Per il semplice motivo che se l’isola è sterile, priva di qualsiasi interesse nessun umano ne richiede la proprietà.
Cammino per le strade della mia città osservando con stupore gli sguardi attoniti delle persone che ormai, schiacciati dal peso della speranza arrancano passo dopo passo sperando che il giorno dopo sia migliore del precedente. Una lenta corsa che giorno dopo giorno consuma lentamente le speranze di molti.
Siamo solo uomini, ma così perfetti da essere incredibilmente imperfetti.

Massimiliano Cerrone

“La bottiglia”


“ Un messaggio in una bottiglia che sfida le onde per raggiungere sponde lontane. Un grido nella notte che squarcia il buio sperando di approdare ad orecchie amiche. Una goccia di pioggia per dissetare l’arsura della lontananza. Un sorriso per dimenticare le sofferenze. Uno sguardo per perdersi nel profondo dei sentimenti e sperare che tutto passi, sperare nella bottiglia che forse approderà.”
Max

“Immagino”


Immagino case in cui le mura non abbiano confini.
Luoghi in cui l’orizzonte non sia mai visibile.
Immagino spazi di colori che riempiano il tempo con maestosità, coprendo tutto quello che c’è di nero e di grigio, dove la gioia non sia una ricompensa ma un dolce regalo.
Immagino volti di persone che ridono perché hanno perso il ricordo della sofferenza.
Occhi sgranati per la gioia e non per il dolore.
Immagino un mondo di uomini liberi le cui catene si sono disciolte nella forza del tempo.
Vallate verdi dove far correre la propria fanciullezza e coloratissimi fiori per perdere il senso del tempo. Immagino un mondo migliore.
Tu cosa immagini ?
Max

“Illusione”


Roma 08/03/2003

Nelle strade, sui marciapiedi , nei negozi, dietro una vetrata, dietro un finestrino semi abbassato di una macchina , dentro gli autobus, nelle metropolitane, nei corridoi di qualche squallido edificio comunale, nei cortili delle scuole, sui volti degli insegnanti, sui volti dei tassisti, sui volti delle forze dell’ordine, sui volti di medici, sui volti dei pazienti, sui volti delle perone anziane, sui volti dei disabili e sui volti dei bambini.

Si, sui volti dei bambini, sul volto del nostro futuro io vedo il seme della sofferenza che ha appena iniziato a germogliare.

Forme grigie senza peso si muovono per la città senza un’apparente meta. Ognuno intento nel portare avanti senza nemmeno sapere come e perchè un qualcosa che in definitiva non serve a nulla. Lo chiamano lavoro. Io lo chiamo sottomissione incondizionata nello svolgere un determinato compito solo per il bisogno di sopravvivere ai sopprusi che ad ogni singolo secondo ci sottopongono.

Forme inermi ormai totalmente sottomesse, si aggirano nella città come zombi in un film di Spielberg.

Incapaci ormai di pensare con mente propria, occupano la loro giornata nella più completa apatia ed indifferenza, scaricando sugli altri la propria voglia di ribellione repressa.

Quasi furtivamente con lo sguardo nascosto dalle gocce d’acqua che lentamente scivolano lungo i vetri, osservo le persone mentre si muovono, mentre osservano, mentre scrutano, mentre pensano, mentre si ingegnano per realizzare qualcosa che gli possa garantire un futuro in una società moralmente corrotta.

Mi sono chiesto più volte quale oscura forza possa generare tutti questi eventi negativi.

Come essere umano imperfetto e credo come per la maggior parte delle persone, ho cercato di dare una risposta al quesito più grande che l’essere umano si sia mai posto. Ma Dio esiste ?

No, perchè se Dio realmente esiste, allora esiste anche il male, quindi come essere imperfetto cerco di dare tutte le colpe al male. Al Signore dell’oscuro. L’uomo Nero. Il perverso, be avete capito.

Be, oggi posso dire con certezza che Dio in realtà non esiste e lo sapete perchè ?

Non esiste perchè lo abbiamo crocefisso e non una ma milioni di volte ogni giorno.

Personalmente al posto Suo vi avrei già mandato tutti a quel paese ma fortunatamente per voi io non sono Lui.

No !. Lui continua a tornare, Lui continua ad avere speranza, ad avere la speranza che l’uomo un giorno possa veramente cambiare. Ovviamente da perfetti imperfetti che siamo continuiamo a snobbarlo.

Un tempo, molti secoli fa, l’uomo credeva in tutto. Credeva nel dio del fuoco, credeva nel dio della montagna, nel dio dei fiumi, nel dio delle foreste, nel dio del tuono, nel dio della guerra…… etc, ovunque ti girassi c’era un dio che ti osservava. Erano secoli in cui l’uomo aveva bisogno di credere in qualcosa, qualcosa che li aiutasse a sopravvivere.

Oggi, l’uomo moderno culturalmente evoluto, forte della sapienza, così arrogante nei sentimenti e così forte nella risolutezza ha abbracciato l’unico Dio che realmente gli è sembre interessato mandando a cacare tutti gli altri. Scommetto che già lo sapete. Si, il dio denaro.

Bravi !!. Il dio denaro. L’uomo fa tutto per amore del denaro. Ci vendiamo la vita di altre persone, ci vendiamo quello che non ci appartiene, ci vendiamo quello che non abbiamo, inventiamo e ci ingegniamo solo per il denaro. Diciamolo con franchezza, ma che cazzo cìè ne frega se qualcuno soffre se tutto avviene a mezzo metro dal nostro culo ?

Prendiamo la chiesa per esempio. Loro sono stati più furbi. Si sono accaparrati il copyright sull’immagine di Dio. Sulla quale hanno sempre predicato bene e razzolato male. Si fanno di tanto in tanto dei viaggetti per rinfrescare il copyright, per mantenere la superiorità numerica di discepoli rispetto alle altre teologie intendo, sventolando a destra e a sinistra la mano della pace come un poliziotto sventola la paletta. Fiumi di gente si accalcano nella piazza vaticana per essere presenti per dimostrare che loro credono e quindi sono buoni.

Alla fine siete dei fantocci come tutti gli altri, anzi di più.

La gente “buona” per usare un termine familiare, esiste, si si, esiste. Però non sò comè l’ho sempre incontrata in quei luoghi dove esiste la vera sofferenza, Dove la gente muore veramente di fame, dove le persone sono persone e non un codice fiscale. Luoghi dove ai figli viene insegnato ad essere leali e non menefreghisti e materiali. Dove gli esempi di vita sono un fiore o un pesce e non una carta di credito e un rolex. Le persone buone nascono dalla sofferenza e questo la dice lunga.

Oggi l’essere umano paga la sua miopia con le distruzioni e le calamità naturali che peggioreranno sempre di più. Migliaia ne sono morti e milioni ne moriranno. L’uomo pagherà il suo ultimo debito con la cosa più cara ma mai presa in considerazione che gli è stata donata, la vita.

Il suo ultimo sguardo volgerà verso l’essere che lo ha distrutto, ma si accorgerà di guardare in uno specchio.

Max

“Cannabis”


Colloquio tra una canna (cannabis) e il sottoscritto (da lucido… figuratevi dopo!!).

Stava li che si sistemava il vestitino che gli avevo appena messo, di finissimo tessuto quasi trasparente, quando all’improvviso si blocca e mi guarda con quel ciuffetto al vento non ancora sistemato e mi fa…
– OH !! Max –
– E’ dimmi – gli faccio io. Nascondendo la sorpresa nonchè la mia perplessità della cosa. Lei al contrario sembrava già possedere tutta la confidenza necessaria.
– Ma che mi fumi ? – mi chiese quasi terrorizzata, ma con tono di sfida.
Devo dire che non mi aspettavo quel genere di domanda, in effetti non mi aspettavo nessun tipo di domanda ma comunque decisi di farmi forza ed affrontare la situazione. Ma come spiegare ad un condannato a morte la giustizia nella finalità della cosa, era difficile, molto difficile.
– Come canna dovresti sapere tutto sulla cosa, non trovi ? E comunque perchè mi fai questa domanda ? – intonai, cercando di presentarlo come un evento naturale della cosa e in qualche modo predestinato.
Si sistema un piccolo ciuffetto che le copriva il viso con un piccolo movimento del corpo, poi mosse leggermente i fianchi e mi fissò. Per un istante mi sono sentito corteggiato da una BellaDonna.
– E’ possibile che come canna faccio così schifo che tutti mi trattano male e mi fumano subito? –  “Faccio così schifo”
Cazzo ma se ci ho messo il meglio del meglio, stiamo scherzando. No dico con quello che costa quello buono mi sembra un vero insulto. Controbbatto.
– Alto la!. Come fai così schifo, non credi di esagerare un pochino ? Forse tu non te ne rendi conto ma sei piena di risorse. Dentro di te c’è il meglio del meglio. –
Lei mi guarda come se la prendessi in giro e mi fà.
– No ti sbagli. Io non sono quella che credi tu. Io ho molte cose che tu non vedi. Non le vedi perchè mi guardi con gli occhi di chi mi vuole fumare.-
Me lo dice con un tono così sicuro, che in primo momento mi fa venire il dubbio sulle mie nozioni in materia.
Poi rifletto sulla cosa e penso che sia una tattica per non farsi fumare. Le
cose belle tendono sempre a sfuggirti di mano, in qualche modo è una forma di preservazione naturale, non lo so, comunque riconosco un certo fascino intrigante nella cosa. Quello che mi stupiva era la sensazione che mi aveva dato, dal tono e dalla sicurezza sembrava che Lei lo credesse fermamente. Provai tenerezza nei suoi confronti.
Inconsapevolmente mi ritrovai a ricoprire diversi ruoli. Quello del carnefice, quello del consigliere ed ora anche quello di amico. Cosa sarebbe successo in futuro ? La cosa cominciava a complicarsi ed io mi ritrovai improvvisamente e dolcemente coinvolto in qualcosa dalle molteplici sfumature.
La cosa mi affascinò.
Avrei potuto dirle che non l’avrei fumata. La cosa poteva risolvere parte del problema, ma io volevo a tutti i costi fumarla , non ci avrei rinunciato per nulla al mondo. Rimaneva comunque la sensazione che mi aveva dato il tono della sua voce. La cosa era inaccettabile. Dovevo a tutti i costi persuaderla dalla sua idea o capire.
CONTINUA…………..

“Il lato oscuro”


In una società evoluta, si fa per dire, come la nostra, mi rimane difficile capire come mai non esista nel vero senso della parola, un ente che controlli tutta la mondezza che viene sparata in televisione.
Ammettendo, perchè mi sembra giusto, che in una società moderna o meglio che funzioni, si dovrebbe cercare di migliorare, perchè allora siamo arrivati ad un punto tale , dove guardare la televisione è diventato un vero e proprio insulto per un essere che sia appena appena superiore ad una ameba?

Se una trasamissione diventa un insulto, non vi sembri che la cosa sia oltre modo illegale ?
Per quale motivo la violenza psicologica che certi programmi procurano, non debba essere punita per legge ?

Non basta cambiare canale, visto che ci scassano le palle ovunque e comunque.

Non credo sia ora di fare qualcosa di intelligente.

Se devo vedere due tette rifatte e un deficente che fa ridere, pensa, facendo il mongoloide o farmi rubare i soldi con spot falsi e sondagi a pagamento, sms vari, non è meglio farsi una sega …. almeno ti rimane qualcosa !!!!!

Andate a Cacare.

“L’altra faccia del domani”


Nessuno si alzava la mattina ed andava a lavorare.
Nessuno faceva la fila, dopo aver fatto colazione.
Nessuno lavorava e lavorava ma sempre nessuno era.
Nessuno pensava e rifletteva sul perchè era nessuno.
Nessuno non aveva sogni, ma solo speranze.
Nessuno sapeva di non contare.

Inno alla Società

Max